“La lettera anonima girava da tempo. Gli investigatori mi hanno chiesto la documentazione che chiarisca la vicenda. Dimostrerò che le accuse sono infondate. E’ tutto in regola: le fatture lo dimostrano. Sfido chiunque a sostenere che sia stato fatto un prezzo di favore. Per quanto riguarda la mia abitazione, i lavori erano complessi e delicati. Ci siamo affidati all’azienda più rinomata e che ci ha fatto un buon prezzo, sempre di mercato ovviamente. Per puro scrupolo, il 24-2-2012, ho consegnato al Segretario comunale la documentazione, comprese le fatture dell’acquisto della casa e dei lavori di sistemazione”.
“Non ho mai avuto a che fare con So.ve.co. durante il mio mandato”.
– Consulenze alla moglie? Giacino nega rapporti della moglie con le 7 imprese. “Mia moglie non ha mai prestato una consulenza o qualsiasi attività lavorativa per pratiche rientranti nelle competenze dei miei uffici; pratiche che passano dai dirigenti del Comune, non dall’Assessore”. Giacino afferma di non aver mai avuto voce sull’assegnazione dei lavori, di competenza esclusiva dei dirigenti comunali: “Di appalti pubblici non mi sono mai occupato”.
– Lo ferisce che la notizia dell’inchiesta sia approdata sui giornali; che la sua famiglia sia diventata d’improvviso oggetto privilegiato delle cronache giudiziarie; che, con lui, sia indagata, per un grave reato come la corruzione, la moglie (la difende a spada tratta).
– Ipotizza che il suo successo personale alle elezioni comunali abbia causato invidie e vendette.
– Ringrazia Tosi per aver creduto nella sua onestà.
– Non è secondario che il vicesindaco abbia avuto 4.128 preferenze alle elezioni comunali e che sia in prima linea nella Fondazione “Ricostruiamo il Paese”, che sostiene la scalata politica di Tosi.