Sulla scena della globalizzazione, se i Paesi europei intendono competere e sfidare, con qualche possibilità di successo, l’agguerrita e quasi invincibile concorrenza di Cina, India, Corea,… hanno quale unica possibilità il puntare sulla qualità e sull’alto contenuto tecnologico dei loro prodotti. E’ come dire che far partire la crescita deve fondarsi su una coraggiosa politica di investimenti nel campo della scuola, dell’università e della ricerca.
Immaginiamo cosa sarebbe accaduto in Italia se, al profilarsi della crisi, avessimo investito nella ricerca. Abbiamo preferito penalizzare le fonti dalle quali scaturiscono le innovazioni, partendo dallo slogan: “Con la cultura non si mangia”.
Arriviamo alle straordinarie potenzialità di Verona:
– in alcuni settori dell’economia (agroalimentare, vino, marmo, dolciario) può essere ai primi posti nel mondo;
– per il turismo non ha nulla da invidiare a molte capitali europee;
– in campo culturale possiede un patrimonio inferiore forse solo a Roma e Firenze;
– ha una università e biblioteche da fare invidia a chiunque;
– la sua posizione geografica le dà il privilegio di stare a cavallo tra il nord Europa e la zona più ricca dell’Italia (la Lombardia).
Insomma la città sarebbe da scudetto, ma si accontenta di non retrocedere:
– pubblico e privato investono poco nelle nostre ‘ricchezze’;
– l’Arena è utilizzata e rende meno di quello che potrebbe;
– perde treni, strade e strutture di collegamento;
– lascia la Biblioteca civica senza direttore;
– se deve organizzare una mostra, si affida ad altri.
* Insomma Verona potrebbe muoversi molto di più e molto meglio, ma si accontenta. Ci interessa poco diventare sempre più degli yes-men, camerieri e famigli di un Sindaco di successo televisivo ed elettorale. Ci accontentiamo che il Sindaco, ogni tanto, oltre a pensare al proprio futuro, sia di notevole immagine. Ci illudiamo così che sappia pensare in grande, spronando alla crescita e allo sviluppo, dando così speranze al futuro dei nostri giovani.
Non è così. L’Amministrazione non ha mosso un dito per aprire nuove prospettive economiche.