La famiglia: società naturale fondata sul matrimonio

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In vista delle elezioni politiche del 24-25 febbraio ci battiamo per tre obiettivi: 

Mario Monti Presidente del Consiglio

Stefano Valdegamberi alla Camera dei deputati

Tito Brunelli consigliere della Regione Veneto al posto di Valdegamberi

Utilizzo studi e proposte dell’odierno dibattito culturale e del Forum delle associazioni familiari. Sono riflessioni sulla famiglia e sulle politiche familiari da costruire prima di tutto nella nostra coscienza. Probabilmente la prossima legislatura esprimerà valori, disvalori e proposte circa la famiglia e le convivenze di vario tipo. Si parla sempre più spesso di unioni gay e di convivenze, molto diffusa anche tra noi. E’ importante chiarirci le idee chiare e proporle con competenza nel dibattito nazionale.

La Costituzione della Repubblica italiana, all’articolo 29, afferma:

“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”

Sottolineiamo due aspetti.

Primo. La Repubblica “riconosce”. Si riconosce una realtà che è già, che è prima di chi la ‘riconosce’, cioè della Repubblica. Di essa la Repubblica prende atto: esiste una piccola comunità, la famiglia, che è prima dell’organizzazione della società, prima dello Stato: è “fin dal principio”. La Repubblica la trova e la riconosce; non la fonda.

Secondo. La famiglia è, perciò, società naturale. La parola: “naturale” fonda l’essenza della famiglia, che fa parte di noi in maniera indissolubile; che non si può modificare perché si creerebbe in noi uno strappo: la famiglia infatti fa parte di noi ed è ‘cellula fondante’ la nostra convivenza. Chi manipola, usa a proprio comodo e mette in questione la famiglia va contro il bene dell’uomo e della convivenza.

Dice questo non uno studioso per quanto importante, ma la Costituzione dell’Italia repubblicana, approvata da una grande maggioranza dei costituenti della nostra Italia. Diciamo che è la Costituzione più bella del mondo. Non si scherza su questi dati: ne va di messo la felicità di ogni persona e della nostra convivenza.

D’altra parte possiamo verificare che ogni società che ha scosso questi fondamenti si è avviata verso la decadenza a tutti i livelli.

La domanda è radicale: esiste una natura umana originaria, che vincola la società e la legge? Esiste una specificità tra maschio e femmina, tra madre e padre, tra moglie e marito? Si è tali per natura o lo si diventa in seguito all’organizzazione sociale? Oppure si tratta di identità costruite dalla società, che possono variare a seconda dei tempi e delle situazioni?

Recentemente anche in Francia e in Inghilterra la legge va verso il superamento dell’idea stessa di natura umana. Secondo questa visione della società le identità (maschio e femmina, madre e padre, marito e moglie) si possono costruire liberamente e possono variare. E’ quasi un “congedo dalla natura umana”; un superamento del concetto di natura umana. Cresce perciò la spinta a cambiare la legislazione tradizionale su matrimonio, famiglia, vita, procreazione, morte.

A questo fine si mobilitano grandi risorse economiche e appoggi politici. L’Unione Europea, ad esempio, è grande finanziatore dell’aborto nel mondo.

Le manipolazioni della persona umana e delle scelte procreative delle famiglie diventano pesanti. Gli esempi sono di una gravità impressionante:

– Cina e India. In 30 anni mancano 100 milioni di bambine: alle famiglie è concesso un solo figlio e molti, preferendo il maschio, eliminano la bambina nascitura.

– Cina. Nel 2020 un maschio su cinque non avrà una donna da sposare, per il crollo delle nascite di bambine.

– India. Nell’età tra gli zero e i 6 anni ci sono 914 femmine ogni 100 maschi.

Dove si legalizzano coppie di fatto e unioni gay, segue la riforma del diritto di famiglia, del regime fiscale, delle finalità e dei metodi delle strutture educative. Questi dati evidenziano che la famiglia è sottomessa allo Stato: non è ritenuta un dato che è prima e indipendente dallo Stato.

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Archiviato in Elezioni politiche 2013

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