Bilancio del Festival areniano 2012: 6 titoli per 50 serate. Rispetto al 2011,
– presenze: – 8,4%;
– numero complessivo degli spettatori: 426.390;
– media degli spettatori per serata: 8.528, pari al 62,13 dei posti disponibili;
– incassi: – 12 – 14%.
– Il prezzo del biglietto è diminuito del 15% per poltrone e poltronissime. Nonostante questo, i cali più pesanti (- 11%) sono tra chi acquista le poltronissime.
– Stabili le presenze dei tedeschi; in aumento quelle del Regno Unito. Il calo maggiore è degli italiani, il 60% del totale degli spettatori. I veronesi che hanno utilizzato lo sconto del 30% sono stati 932.
Il calo degli spettatori costa alla città 20 milioni. Ogni spettatore mediamente porta a Verona 513,7 euro. Gli albergatori rilevano la contrazione di presenze nei mesi di giugno e luglio. Sono assenti i melomani dell’Emilia. L’Arena porta un indotto economico di 450 milioni all’anno.
Francesco Girondini, sovrintendente di Fondazione Arena: “I numeri vanno letti nel contesto della crisi economica internazionale, che porta una contrazione generale dei consumi, fino al 50%, nel settore spettacolo. Siamo moderatamente soddisfatti: il festival areniano è vincente.
Rilevante è la diminuzione dei contributi pubblici”.
*Albergatori di Confindustria e di Confcommercio: “E’ in difficoltà tutto il settore turismo I numeri riferiti alla stagione lirica restano comunque straordinari. Occorre ripensare la promozione e la conquista di nuovi mercati”.
Partito Democratico (Michele Bertucco e Stefano Vallani): “Sorprende il risultato negativo delle poltronissime: in tempo di crisi tengono più facilmente i consumi di alta fascia. Occorre spiegare il calo degli spettatori italiani e il passo falso del deludente Museo della Lirica. Se non si attirano capitali privati non è forse per incapacità manageriale? Come coinvolgere il resto della città: Fiera, aeroporto, università, scuole, istituzioni culturali?
Girondini chiama in causa i Veronesi, con un appello: “L’Arena è ricchezza che appartiene a tutti i cittadini e come tale va valorizzata. L’intera città si senta coinvolta nel Festival del centenario: il 2013 deve essere un anniversario importante per tutti, per risvegliare l’amore dei Veronesi verso l’anfiteatro che fa conoscere l’opera lirica ad un pubblico internazionale”.
Partito Democratico: “Girondini si appella alla città. Prima di chiamare in causa le categorie economiche, deve fare un esame della sua coscienza. Il calo delle poltronissime è problema di attrattività che riguarda programmazione, cartellone e strategia promozionale”.
Luigi Tuppini, presidente dell’Accademia Filarmonica:
“Verona vanta una vocazione e un destino musicale unici, ma non ascolta questa chiamata. Verona e Salisburgo sono le sole città al mondo dove un festival musicale ha una grandissima tangibile ricaduta economica sul territorio.
E’ incomprensibile che i Veronesi amino poco l’Arena e la lirica.
Si è sempre pensato il Festival lirico come autosufficiente, in grado di alimentarsi da sé. Adesso ha bisogno di aiuto. Le realtà economiche, produttive e istituzionali della città non sono state vicine a Fondazione Arena. La mancanza di studio nelle scuole e di una conoscenza approfondita non avvicinano alla musica classica.
Finora si è ricorso a biglietti scontati e poco altro. Per favorire l’accesso agli spettacoli si può garantire il trasporto gratuito”.
Note. E’ davanti a noi una grande occasione: valorizzare, nel 2013, i 100 anni della stagione lirica in Arena. Sono a disposizione circa sei mesi: pochi, ma utili per costruire un futuro nuovo.
I veronesi che contano, quelli della politica, dell’economia e della finanza, sono interessati ai guadagni economici della stagione lirica. E’ il loro lavoro. Possono renderlo più produttivo se si lasciano coinvolgere dal valore artistico e umano della lirica.
Noi pensiamo alla gran parte dei veronesi: dobbiamo imparare a guardare con favore alla nostra stagione lirica, attraverso un’educazione musicale direttamente riferita alle opere proposte in Arena.
Possibili proposte:
– incontro libero, non in orario scolastico, con gli studenti delle scuole dell’obbligo (fino ai 19 anni), con genitori e amici; con gli studenti universitari; con tutti i raggruppamenti giovanili disponibili, a partire dalle parrocchie e dai gruppi sportivi.
– incontro con le numerose componenti del mondo degli anziani, a partire dagli iscritti all’Università della Terza Età;
– incontro per le categorie di persone e per associazioni, utilizzando anche gli strumenti moderni della comunicazione sociale.
Obiettivo: coinvolgere molti nella lirica. Quest’opera educativa, che tende a incontrare tutte le persone in qualunque modo interessate, deve essere il primo dovere di tutti i dirigenti della stagione lirica, compresi i componenti dell’orchestra, del corpo di ballo, dei tecnici, dei cantanti (per quanto possibile), … a partire dal Sovrintendente e dai suoi collaboratori.
Si possono proporre percorsi di
– ambientazione delle opere liriche dell’anno;
– conoscenza della storia raccontata, nel contesto del tempo in cui è stata ambientata e scritta;
– approccio a chi ha scritto il testo e a chi l’ha musicato;
– storia e immagini delle rappresentazioni e dei cantanti;
– ambientazione nell’anno della rappresentazione, con presentazione del regista, del suo staff, dei cantanti che calcheranno la scena.
In questo modo le persone si troveranno coinvolte e ‘competenti’: probabilmente andranno all’opera e inviteranno altri a fare altrettanto.
E’ inutile piangere sulla crisi economica e su “chi non capisce l’importanza della lirica per Verona”. Urge un atteggiamento attivo e coinvolgente. E’ in grado l’attuale dirigenza di percorre queste strade? Probabilmente no. Si tratta di persone da salotto. In questi tempi e probabilmente in quelli futuri, occorrono persone capaci di animazione, intraprendenti, entusiaste del bello che propongono.
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