Ogni Comune capoluogo gestisce, in proprio o con altri enti pubblici e privati, aziende importanti per la città e per i cittadini. Nomina i membri del Consigli di Amministrazione (CdA) e i Presidenti. Spetta al Sindaco scegliere le persone che ricoprono ruoli decisivi. E’ grande responsabilità che, a Verona, quasi sempre si trasforma in uno schifo. Rileggiamo i nomi dei Presidenti appena nominati e di altri non in scadenza, come Girondini (Fondazione Arena), Arena (aeroporto Catullo), Maccagnani (Cariverona e Cattolica Assicurazioni).
In base a quali criteri occupano un posto importante e ben remunerato?
Requisiti di chi assume un impegno pubblico, a favore di tutti i cittadini:
– curriculum adeguato;
– essere persona di riconosciuto valore;
– uno stile di vita che garantisca che il suo unico obiettivo è la dedizione al bene comune;
– saper disegnare scenari e idee di futuro;
– la competenza nel settore in cui assume l’incarico;
– il possedere conoscenze generali;
– la capacità di scelta e di mediazione; di guida e di autonomia; di saper lavorare in gruppo;
– il non essere succube di interessi altrui, in particolare di ‘politici’ amici.
Dalle opposizioni:
– Valdegamberi (UDC): “Tosi abbassi i costi della politica e dell’Amministrazione. Non accontenti chi ha contribuito alla sua vittoria. Dimezzi le nomine nei CdA; il risparmio abbassare l’Imu di chi non ce la fa: famiglie e imprese”. Chiede che l’UDC non partecipi al riparto delle poltrone e che si sostituiscano i membri ‘politici’ dei CdA delle aziende con funzionari e dirigenti comunali, senza indennità aggiuntiva.
– Grillini. “Non entriamo negli enti: sarebbe accettare il sistema. Chi ci vota vuole consiglieri comunali capaci di risolvere i problemi, non manager aziendali. La scelta di chi amministra le società partecipate va fatta in base a criteri di merito, con concorso pubblico, a livello europeo. Non può entrare in un CdA chi ha ricoperto incarichi pubblici elettivi e di governo negli ultimi 15 anni e si è candidato nel Comune nello stesso periodo di tempo”.
Chiedono:
– anagrafe pubblica degli eletti (assessori, amministratori, consiglieri, membri degli enti comunali e delle società partecipate) con informazioni, attività svolte, curriculum scolastico, esperienze di lavoro, proprietà e partecipazioni possedute;
– tetto massimo di due mandati per i ruoli amministrativi;
– divieto di cumulo delle cariche;
– ineleggibilità per i cittadini condannati;
– divieto di incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale;
– un tetto per gli stipendi dei dirigenti e stop all’auto assegnazione dei premi di risultato quando l’azienda è in rosso;
– compenso adeguato. Per poche sedute all’anno, AGSM spende 600.000 euro nei prossimi cinque anni: un consigliere costa 17.000 euro lordi; uno di AMIA: 15.000; uno di AMT: 12.500. “Meglio alcuni tecnici capaci in base a curriculum e meritocrazia”.
Sembra ovvio come dovrebbe andare. Invece succede il contrario. Se scorriamo i nomi di nominati negli enti vediamo che è uno solo il requisito cardine: la fedeltà al capo.
Pingback: Non lo possiamo sopportare | Verona - Cerca News