da “Il bilancio del Comune di Verona per il 2010 e per il 2011″ (16)
Da anni il Comune di Verona approva il bilancio entro il 31-12- dell’anno in corso. Lodevole conquista. Nel 2010 non è così: il bilancio 2011 viene rinviato di mese in mese: mancano circa 20 milioni. L’Amministrazione dove prenderà questi soldi per quadrare il bilancio?
La novità è di grande rilievo: i cittadini se ne accorgono ?
– Le casse comunali piangono. Mancano 17,5 milioni: 10,5 non arrivati da Roma e 7 di minori entrate.
– Vanno garantiti i servizi sociali (anziani, minori, famiglie in difficoltà, donne sole con bambini), la cui spesa nel 2010 è aumentata a 36,6 milioni, dei quali 5 avuti da Cariverona.
– Mancano circa 20 milioni per coprire il buco.
* Ecco la novità (operazione una tantum, possibile solo per il bilancio 2011): il Sindaco pensa di vendere il 12% delle quote comunali della Fiera (che vale tra i 160 e i 180 milioni), trattando con Camera di Commercio, Popolare di Vicenza, Cattolica Assicurazioni e Veneto Sviluppo. Per il futuro si spera nel federalismo fiscale. Giorgio Dal Negro, presidente dei Sindaci, sostiene che “la realtà sta cambiando: Alberto Giorgetti, sottosegretario, promette la modifica del Patto di stabilità”. Lo stesso Dal Negro però è costretto ad affermare che “metà dei Comuni veneti, nel 2011, sforerà il Patto di stabilità, con gravi conseguenze sui servizi. Non riusciamo a rispettare i tempi di pagamento. Con il blocco delle assunzioni, mancano competenze essenziali. Si bloccano i Comini”.
Il sindaco Tosi procede: “Oggi il Comune detiene il 54,84% delle quote della Fiera e il suo diritto di voto è del 42%. Tanto vale venderne il 12%, ricavando 20 milioni. Se ne vendessimo di più, scendendo al 30%, avremmo 38 milioni e continueremmo a essere il primo azionista, seguiti da Cariverona con il 22,16%. Reinvestiremo una parte dei soldi per rifinanziare la Fiera, con un processo a cui potrebbero partecipare gli attori interessati, indicando la volontà del Comune di restare vicino ai programmi dell’Ente. Si potrebbero porre le basi di un sistema fieristico veneto”.
Assessore Toffali: “Il 12% delle nostre quote viene ceduto a istituti bancari che concorrono a gestire la città con gli stessi obiettivi del Comune (sta in piedi questo discorso? Fino a quando?), escludendo elementi destabilizzanti”.
Camera di Commercio è la più interessata: mette a bilancio 16 milioni per il 2011 per l’acquisto di quote della Fiera: “Consideriamo priorità lo sviluppo della Fiera e infrastrutture come il casello autostradale per il Catullo e l’Interporto”. Attenti anche Banca Popolare di Vicenza, Cattolica Assicurazioni e Veneto Sviluppo (per rafforzare la rete del sistema fieristico veneto), con possibile partecipazione del 6,45% ciascuno. Banco Popolare di Verona e Veneto Agricoltura sono già soci. L’aumento di capitale potrà essere sostanzioso.
E per gli anni successivi? Tosi: “Dal 2011 dovrebbero cominciare ad entrare le risorse del Piano degli interventi per fare le opere pubbliche. In qualche modo, con la finanza creativa o con qualche altra invenzione, cercheremo di tirare fino al 2014, sperando che il federalismo diventi realtà: non c’è ogni anno il Piano degli interventi. Il 2011 sarà l’anno del grande cambiamento della città con i cantieri di Ca’ del Bue e del filobus; con l’aggiudicazione del Passante Nord e l’assegnazione dei lavori per l’ex Arsenale”.
Parola di Sindaco. Scommettiamo che non se ne farà nulla?
* L’opposizione: si vendono quote della Fiera per “tappare i buchi di bilancio. Si aprono le porte a chi è interessato più all’area che al futuro della Fiera”.
* Noi di Progetto Verona la pensiamo così: Ogni buon amministratore ci pensa bene prima di vendere le sue proprietà più care e, se lo decide, lo fa non per pagare i debiti, ma per realizzare opere qualificanti per la città e per i cittadini. Oggi Verona vende uno dei suoi beni più preziosi (parte della Fiera) senza mettere in opera nulla di nuovo e di qualificante.
E nessuno pensa di chiedere l’opinione dei cittadini. Nessuno pensa ad aprire un dibattito vero tra noi di Verona. Tanto meno il Sindaco.
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