da “Il bilancio del Comune di Verona per il 2010 e per il 2011″ (6)
La pressione tributaria cresce (a Verona: 284 euro pro capite nel 2008; 293 nel 2009; 444 nel 2010 – Fonte: Report della pressione tributaria – Comune di Verona – pag.111). E’ bene precisare dove è reperibile il dato perchè è abitudine del Sindaco, fra un Ballarò e un Anno Zero, spiegarci che abbiamo capito male.
La Regione Veneto ci vuole sempre più bene: i trasferimenti di soldi al Comune di Verona passano dai 47 euro pro capite nel 2008, ai 37 nel 2009, ai 36 del 2010. Prova del grande affetto che da sempre intercorre fra Zaia e Tosi.
Del federalismo non parliamo: nei consuntivi si parla di fatti, non di ciacole! I ritardi su questo fronte, si sa, sono colpa di Roma dove governa … non si sa bene chi.
Passiamo a commentare la tabella che segue che, con la fredda logica dei numeri, al di là delle parole, smonta tanta mitologia tosiana.
2007 |
2010 |
|
Multe |
240.198 |
389.615 |
Notizie di reato segnalate alla magistratura |
2.439 |
2.363 |
Entrate da multe in euro |
11.035.395 |
13.359.813 |
Visitatori musei e mostre |
1.700.972 |
1.284.785 |
Refezione scolastica utenti |
17.140 |
15.873 |
Presenza media asili nido |
1.225 |
1.178 |
“Meno multe più sicurezza“: era uno degli slogan più efficaci della propaganda elettorale tosiana. La sicurezza è più o meno quella di prima: le notizie di reato subiscono una lieve flessione, in linea con la tendenza nazionale, da alcuni anni. Di questo ci si deve compiacere.
Le multe sono diventate una risorsa ordinaria della Giunta: lo sanno bene i cittadini. Nel primo e secondo anno di Amministrazione, Tosi lamentava che si trattava di eredità -tanto per cambiare- di Zanotto. Oggi il ritornello, ancora una volta ripetuto, non convince più nessuno. Vero è che il traffico è sempre più disordinato e caotico e le multe ne sono la logica conseguenza.
Emerge con sconfortante nettezza l’inefficacia delle politiche culturali dell’Amministrazione. Si spende meno (13,6 milioni nel 2007; 12,9 nel 2010: – 5%) ed è comprensibile visto il momento di difficoltà. Ma chi accede alle nostre mostre, spettacoli, attività culturali crolla da 1.700.972 utenti-cittadini-turisti a 1.284.785: in quattro anni 416.000 utenti in meno …. Un trionfo!
Grave: mentre nella nostra città mancano attività culturali attrattive, a Mantova come a Brescia , a Rovigo come a Rovereto, a Trento come a Padova, si accelera con iniziative di rilievo e risonanza.
Calano anche gli utenti dei servizi mensa: effetto Gelmini della cancellazione dei moduli e della riduzione del tempo scuola. Calano pure gli utenti dei nidi in cui il servizio rimane di buon livello.
Il Comune di Verona ha una consolidata tradizione positiva nel settore dei servizi sociali, con una rete di servizi collaudati. Tuttavia, al di là dell’indubbia sensibilità dell’assessore preposto, i freddi numeri che riguardano le spese effettivamente impegnate nel 2010 segnalano:
*una flessione dell’8% delle risorse a disposizione dei servizi sociali
*una flessione del 22% delle risorse per la famiglia e l’accoglienza dei minori
*una flessione del 13% delle risorse per il turismo sociale, tradizionalmente rivolto alle fasce meno bbienti della popolazione veronese.
E’ da segnalare una diversa sensibilità per altri settori che pure ruotano nel mondo del sociale:
– meno 46% nelle iniziative per le pari opportunità
– meno 62% per le politiche giovanili
– meno 75% per la promozione del lavoro.
Questi tagli, al di la delle considerazioni sulla “competenza” (le iniziative sul lavoro competono alla Provincia), mostrano una considerazione ai minimi storici su giovani, donne, fasce deboli.