“La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica” (Costituzione della Repubblica Italiana, n° 51)
da: Quello che il sindaco Tosi dice e quello che fa (54)
Se non è razzismo che cosa è?
Sintomi di un male che emerge (quattro tra i molti):
– autisti di bus che, quando è possibile, non si fermano per far salire lo straniero;
– una maestra di Milano che dice a una mamma: “Riporta tuo figlio nella giungla”;
– i vigili urbani di Parma che dicono a Emmanuel Bonsu: “Confessa, scimmia!”;
– Umberto Bossi che afferma: “Da noi mai un presidente nero”.
Nell’Italia spaventata di oggi (chi sono gli “imprenditori della paura”?), il disagio nei confronti degli stranieri è diffuso e a volte diventa intolleranza e violenza. Africani, zingari, romeni, … anche se cittadini italiani, anche se nati e cresciuti in Italia, raccontano storie dolorose di esclusione, di rifiuto, di umiliazione, di sfruttamento, in un crescendo minaccioso negli ultimi anni. L’ostilità è un rumore sordo che cresce (anche verso chi è in Italia, a Verona da anni). E oggi, in Italia e a Verona, la paura porta voti e la tolleranza li fa perdere.
Ascoltiamo Cristian Chivu (calciatore romeno dell’Inter): “Smettiamola di nasconderci. Bisogna avere il coraggio di affermare che il razzismo esiste, altrimenti non lo si può combattere. Il razzismo in Italia c’è; ce n’è tanto”.
Le conseguenze più pesanti sono e purtroppo saranno soprattutto per i figli degli immigrati, in grande disagio.