
Rischiose conclusioni, strettamente personali
L’area delle ex Cartiere deve essere riqualificata. Forse si poteva salvare qualcosa di più dell’ex insediamento industriale, ma ormai questo discorso è inutile.
Una domanda spontanea: se tutti si era e si è d’accordo su questo, perché le Amministrazioni per tanti anni hanno lasciato correre sul degrado e sugli insediamenti di centinaia di persone in quell’area? Anche se la città pensa l’opposto, solo l’Amministrazione Zanotto è intervenuta, contro il parere delle Autorità e di quasi tutti i partiti. C’era chi pensava all’intervento dell’esercito per allontanare gli immigrati residenti, con tanto di abitazioni e di servizi. Invece, in poco più di un anno (giugno 2002 – luglio 2003) questi immigrati (in gran parte giovani provenienti dall’Est Europa, venuti a Verona per la raccolta della frutta) se ne sono andati con le loro gambe e, quando nel luglio 2003 nelle ex Cartiere è entrata la polizia, ha trovato poche decine di immigrati, in gran parte regolari.
Come si spiega quanto è successo? La città non se lo è chiesto. I mass media, sempre alla ricerca di notizie, non si sono neppure posta la domanda. Perché?
E, colmo della disinformazione colpevole, uno dei temi su cui Flavio Tosi ha impostato la sua campagna elettorale è stata proprio la situazione di degrado nell’area delle ex Cartiere. Ricordate gli spot nelle televisioni locali?
L’Amministrazione Zanotto (meglio: alcuni dell’Amministrazione), l’unica che ha avuto il coraggio di intervenire e di creare le condizioni del recupero dell’area, ha perso le elezioni del 2007 non sul futuro della città, ma su quest’area desolata e sul campo nomadi. Anche perché l’Amministrazione, dopo i successi iniziali, ha avuto paura e si è bloccata, perché non ha saputo riconoscere i meriti di chi ha operato con le persone immigrate delle ex Cartiere e ha deciso di abbandonare l’impresa. E poi perché non ha ceduto alle pretese dei proprietari, cosa che il sindaco Flavio Tosi ha fatto subito.
Domando: la città vuole sapere cosa è successo? Evidentemente no. E avanti così.
Ma veniamo all’oggi. Nel 2008 a Verona si è parlato un po’ (non molto per un progetto così importante) dell’abbattimento delle ex Cartiere e del complesso architettonico che sarebbe dovuto sorgere in quella zona. Oggi se ne parla poco, pochissimo. Perché?
Azzardo qualche risposta e alcune previsioni.
E’ bello e rende sul piano elettorale e della considerazione pubblica parlare di progetti mastodontici, di grandi centri, di torri che toccano il cielo. Quando però si tratta di operare, occorrono tanti soldi. Dovrebbe sborsarli tre privati importanti che di soldi ne hanno, ma 70 – 80 milioni di euro a testa sono molti. Uno dei tre può averli e uno o due no. Le banche poi faticano a concedere prestiti di tale portata. Le garanzie di rientro ci sono? Chi andrà a occupare i vani delle torri, magari al 35° piano? I possibili alberghi poi e i Centri commerciali sono una garanzia di introiti milionari? I tempi non sono dei migliori. Forse ai proprietari, o a parte di loro, conviene aspettare. Le associazioni dei commercianti poi sono potenti a Verona e si sa che a molti commercianti, piccoli e grandi, un grande Centro commerciale in città non è gradito. La spinta ad attendere viene di conseguenza. Il Comune poi ha altri obiettivi come primari, la galleria delle Torricelle in particolare.
E allora si aspetta. Se ne parlerà concretamente in tempi migliori.
Così mi pare che stiano le cose. Il tempo dirà se vedo bene o no.
Tito Brunelli
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Le ex Cartiere (14)
Rischiose conclusioni, strettamente personali
L’area delle ex Cartiere deve essere riqualificata. Forse si poteva salvare qualcosa di più dell’ex insediamento industriale, ma ormai questo discorso è inutile.
Una domanda spontanea: se tutti si era e si è d’accordo su questo, perché le Amministrazioni per tanti anni hanno lasciato correre sul degrado e sugli insediamenti di centinaia di persone in quell’area? Anche se la città pensa l’opposto, solo l’Amministrazione Zanotto è intervenuta, contro il parere delle Autorità e di quasi tutti i partiti. C’era chi pensava all’intervento dell’esercito per allontanare gli immigrati residenti, con tanto di abitazioni e di servizi. Invece, in poco più di un anno (giugno 2002 – luglio 2003) questi immigrati (in gran parte giovani provenienti dall’Est Europa, venuti a Verona per la raccolta della frutta) se ne sono andati con le loro gambe e, quando nel luglio 2003 nelle ex Cartiere è entrata la polizia, ha trovato poche decine di immigrati, in gran parte regolari.
Come si spiega quanto è successo? La città non se lo è chiesto. I mass media, sempre alla ricerca di notizie, non si sono neppure posta la domanda. Perché?
E, colmo della disinformazione colpevole, uno dei temi su cui Flavio Tosi ha impostato la sua campagna elettorale è stata proprio la situazione di degrado nell’area delle ex Cartiere. Ricordate gli spot nelle televisioni locali?
L’Amministrazione Zanotto (meglio: alcuni dell’Amministrazione), l’unica che ha avuto il coraggio di intervenire e di creare le condizioni del recupero dell’area, ha perso le elezioni del 2007 non sul futuro della città, ma su quest’area desolata e sul campo nomadi. Anche perché l’Amministrazione, dopo i successi iniziali, ha avuto paura e si è bloccata, perché non ha saputo riconoscere i meriti di chi ha operato con le persone immigrate delle ex Cartiere e ha deciso di abbandonare l’impresa. E poi perché non ha ceduto alle pretese dei proprietari, cosa che il sindaco Flavio Tosi ha fatto subito.
Domando: la città vuole sapere cosa è successo? Evidentemente no. E avanti così.
Ma veniamo all’oggi. Nel 2008 a Verona si è parlato un po’ (non molto per un progetto così importante) dell’abbattimento delle ex Cartiere e del complesso architettonico che sarebbe dovuto sorgere in quella zona. Oggi se ne parla poco, pochissimo. Perché?
Azzardo qualche risposta e alcune previsioni.
E’ bello e rende sul piano elettorale e della considerazione pubblica parlare di progetti mastodontici, di grandi centri, di torri che toccano il cielo. Quando però si tratta di operare, occorrono tanti soldi. Dovrebbe sborsarli tre privati importanti che di soldi ne hanno, ma 70 – 80 milioni di euro a testa sono molti. Uno dei tre può averli e uno o due no. Le banche poi faticano a concedere prestiti di tale portata. Le garanzie di rientro ci sono? Chi andrà a occupare i vani delle torri, magari al 35° piano? I possibili alberghi poi e i Centri commerciali sono una garanzia di introiti milionari? I tempi non sono dei migliori. Forse ai proprietari, o a parte di loro, conviene aspettare. Le associazioni dei commercianti poi sono potenti a Verona e si sa che a molti commercianti, piccoli e grandi, un grande Centro commerciale in città non è gradito. La spinta ad attendere viene di conseguenza. Il Comune poi ha altri obiettivi come primari, la galleria delle Torricelle in particolare.
E allora si aspetta. Se ne parlerà concretamente in tempi migliori.
Così mi pare che stiano le cose. Il tempo dirà se vedo bene o no.
Tito Brunelli
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