Il male profondo del sindaco Tosi
Parecchie persone mi chiedono: “Perché ce l’hai con Flavio Tosi? Si impegna; dà sicurezza; ha cambiato Verona”. Torno sull’argomento, visto che non è chiaro ciò che mi pare evidente.
Il Sindaco si impegna e dà sicurezza. D’accordo.
Il Sindaco ha cambiato Verona. Non sono d’accordo. Significativo: nessuna delle persone che dice questo è in grado di elencare idee e realizzazioni dell’Amministrazione che hanno migliorato Verona. Devo dire io le “cose” fatte: i parchi San Giacomo e Pradaval, la ‘nuova’ via Stella. Per il resto siamo a progetti e aspirazioni.
Una novità sta emergendo chiara: Flavio Tosi, pur di realizzare qualcosa, concede ai privati quello che vogliono e, se deve metterci soldi pubblici, li chiede allo Stato. Alcuni esempi:
a) Tunnel delle Torricelle: costa più di 300 milioni. Il Comune lo vuole a tutti i costi, ma non può sborsare un euro. Qualcuno ci metterà i soldi. A quali condizioni?
b) Filovia: costa 140 milioni, 60 dei quali a carico del Comune, che prevede di ottenerli con le multe. E con che altro?
c) Ex cartiere di Basso Acquar. E’ previsto un intervento imponente, con due grattacieli di 100 metri, un grande centro commerciale e altro, naturalmente senza oneri per il Comune. I proprietari si impegnano a realizzare la viabilità nella zona, a loro spese. Sono benefattori della città?
d) Ex caserma Passalacqua: doveva essere spazio universitario. Lo sarà in parte. Interverranno i privati. Faranno beneficienza?
e) Ex mercato ortofrutticolo ed ex area del fu Polo Finanziario. Per riacquistarlo il Comune mette a disposizione, come contributo (non sufficiente) Palazzo Forti e costrizioni vicine. E’ scontro in atto con la Fondazione Cariverona e con le grandi banche cittadine.
Oltre al ricorso a privati, le idee dell’Amministrazione “federalista” sono spillare soldi agli “amici” di Roma ladrona, agli “amici” delle società autostrade Serenissima e Brennero e inasprire le multe nei confronti dei cittadini (è o no mettere le mani nelle nostre tasche? Meglio dire la verità).
In questi due anni il nostro Sindaco ha cacciato i “vu cumprà”; ha scovato gente ai margini della convivenza e ha fatto pulizia; ha allontanato poveri, accattoni, persone senza dimora, immigrati in genere, ingaggiando una guerra dura con gli irregolari. Ha ripulito la città non dall’immondizia, che abbonda, ma da chi presenta come immondo. Lo ha fatto non risolvendo i problemi di queste persone, in gran parte già squassate dalla vita, ma allontanandole, cercando in ogni modo di farle sparire, togliendo loro spazi vitali, per quanto miseri e citandoli al ludibrio di tutti.
Sia chiaro: interventi anche pesanti andavano fatti, ma umiliare le persone e farle sentire vermi è altra cosa.
Una previsione. Il sindaco Tosi deve far parlare di sè dato che punta a diventare Presidente della Regione Veneto. Siccome altro non farà, ha bisogno, come dell’aria, di cacciare gruppi di poveracci: a chi tocca tocca, ma a qualcuno deve toccare. Ed è anche prevedibile che la minoranza e la città (salvo alcuni gruppi) non si opporranno. Verificheremo.
Arrivo al motivo principale per cui ritengo disastrosa l’Amministrazione Tosi:
chi ha una responsabilità di qualsiasi tipo (esempio: un dirigente d’azienda) sa che il suo primo compito è tirar fuori da ogni persona con cui ha a che fare il meglio che è e che ha; il secondo è creare gruppo e che ognuno nel gruppo di senta accolto e valorizzato. Se il “capo” è così l’azienda (lo stesso vale per la famiglia, la scuola, lo sport, il bar, …) funziona, vive in pace ed è produttiva. Se invece il “capo” fa distinzione tra le persone; cerca alcuni ed è indifferente o addirittura tratta male altri, non c’è futuro: l’azienda crolla, la scuola diventa una tortura insopportabile per i più, la famiglia si sfascia.
Il sindaco Tosi ha cominciato ‘cacciando’ la fotografia del Presidente della Repubblica dal suo ufficio, prima di verificarne il comportamento, per antipatia; ha diviso i politici tra seguaci suoi (ai quali ha dato vantaggi di ogni tipo), quelli del Popolo delle Libertà (che guarda con diffidenza) e gli altri (che non capiscono). Ha diviso i cittadini italiani tra graditi e sottomessi a lui, ignorati perché liberi e non desiderati da cacciare: persone senza dimora, sporchi, sbandati, straccioni, zingari, stranieri, emarginati in genere. Ha diviso al loro interno gli immigrati, privilegiando i romeni (sono molti e hanno diritto di voto), cancellando gli altri come gruppi e nazionalità, dicendo che tratterà con loro a uno a uno, senza riconoscerli come ‘presenza nuova’ da integrare insieme nel contesto cittadino. La prima vittima è stata la Consulta comunale degli immigrati, strumento importante di comunicazione, di crescita collettiva e di dialogo in città.
I segni di questa mentalità sono numerosi nel governo di Tosi. Forse il più evidente è l’impegno che egli ha sfoderato per impedire l’utilizzo dell’attuale moschea per la preghiera degli islamici, fatto non isolato, caposaldo della politica dei leghisti.
Risultato? Quello che già è, che sarà e che deve essere il popolo veronese viene diviso a fette, ponendo le basi per una convivenza difficile, per divisioni e lotte sorde e aperte. Si crea una società a compartimenti stagno: quello dei privilegiati (leghisti e loro amici. Basta vedere chi ricopre cariche importanti e ben stipendiate negli enti pubblici a nomina politica); quello dei cittadini comuni, che si arrangiano con le proprie forze; quello degli intrusi, che diventano esclusi da cacciare o da lasciare ai margini.
Tito Brunelli
Cari amici, concordo con questa riflessione. Io sarei ancora più critico visto che, a mio parere, si sta preparando un progetto politico autoritario che, sfruttando paure legittime, utilizza abusivamente il richiamo ai valori “cattolici” e “cristiani”, ostentati come arma di consenso. Mi preoccupa il fatto che molti cattolici veronesi siano più vicini alla “teologia leghista” (che chiamo “cristianismo senza Cristo”) che alla Dottrina sociale della Chiesa, al Pontificio consiglio per i migranti (Vegliò e Marchetto), a Benedetto XVI, all’esperienza delle Caritas e di tante altre realtà. Su queste cose sto riflettendo anch’io da tempo. Chi volesse leggere qualcosa di rapido può vedere “Un nuovo alfabeto per il dialogo tra i popoli” (“Verona fedele” 27 settembre 2009); chi volesse cimentarsi in letture medio-ampie può leggere due interventi su “Note mazziane” intitolate “La città della paura” e “La città della speranza” (n.1 e n.2, 2008); chi avesse più tempo può leggere tra un mese nella rivista “Venetica” (poi forse in un libro a più voci) un lungo saggio intitolato “Populismo etnico e religione civile a Verona”. Grazie per il vostro lavoro. Buon cammino. Sergio Paronetto
In accordo con l’analisi fatta, la domanda successiva è: che fare? la mia personale sensazione è che stiamo vivendo un momento “difficile” (per usare un eufemismo) non solo e non tanto dal punto di vista economico (come giornali e tv stanno riempiendo la testa da mesi) ma soprattutto dal punto di vista culturale e morale. Poche sono le alternative al fare politica e “cultura” leghista; soprattutto poche sono le proposte organiche capaci di coinvolgere la nostra generazione in un serio progetto di crescita umana e sociale. Assordante in questa direzione è il silenzio della Chiesa di Verona e delle Associazioni ad essa vicina. E’ una mia personale considerazione che faccio non in polemica, ma con la speranza che possa venire presto qualche segnale diverso nel panorama culturale e politico della nostra comunità.
Il vero male del sindaco Tosi è la visione distorta dei pilastri di una democrazia reale (non elettorale…) Ad esempio il concetto di libertà del sindaco Tosi è davvero incredibile: libertà di essere razzista (condanna definitiva senza se e senza ma); libertà di non fare il referendum ( con annesso sproloquio verso la magistratura che grazie a Dio ha rimandato al mittente le sue parole in libertà – consiglierei un bignami di giurisprudenza!); libertà di tacere sulle “spintarelle” o comunque sui lauti aumenti di stipendio alla moglie ( e non mi venga a dire che non c’entra, mai sentito parlare di merito? o forse i titoli della moglie sono così eclatanti?); libertà di decidere chi deve dare il cattivo esempio (Morgan è un diavolo e le inchieste delle iene dove le mettiamo… e la libertà di espressione? la cultura senza censure? ah, dimenticavo la mancanza della benchè minima cultura democratica!) e, naturalmente, libertà di parcheggiare e girare con auto blu e scorta dove vuole lui…. bravo leghista, rozzo e arrogante!!!