La crisi economica: dramma per milioni di persone e di famiglie o questione psicologica?
Consumi.
Gli Italiani consumano meno.
Nel 2008 i consumi si sono ridotti dello 0,9%.
Nel 2009 continua il calo dei consumi: – 1,9% (Secondo i Commercianti la contrazione è dell’1,5%). Nel primo trimestre il calo è del 3,2%, rilevante soprattutto per utensili per la casa e ferramenta (- 7,6%), giochi e sport (- 6,5%), farmaceutica (- 2%), supporti magnetici e strumenti musicali (- 1,9%).
Per il 2010 alcuni studiosi prevedono un aumento: + 0,7%.
Marzo 2009: la crisi arriva nei supermercati e nei discount. Le vendite al dettaglio diminuiscono del 5,2% rispetto al marzo 2008. Il calo degli alimentari è del 5,6%. La grande distribuzione rileva una diminuzione del 4,8%.
Aprile 2009: secondo Istat, la spesa delle famiglie si riduce: le vendite segnano un – 0,6% rispetto a un anno prima e un – 0,4% rispetto a marzo, sintesi di un aumento del 2,1% delle vendite dei prodotti alimentari e di un calo del 2% di quelle dei non alimentari. Dovendo scegliere gli italiani sacrificano gli acquisti dei prodotti non necessari: gioielli e orologi (- 3,7%), abbigliamento (- 2,4%), scarpe e mobili (- 2,6%), libri (- 2,3%), giochi (- 1,3%).
Per la parte finale del 2009 si prevede una ulteriore contrazione dei consumi alimentari (- 2,3%).
In zona euro la spesa familiare è scesa dello 0,5% nel primo trimestre 2009.
Il calo dei consumi va di pari passo con il calo del lavoro e, di conseguenza, del reddito.
Giugno 2009: rallenta la corsa degli alimentari, si nel confronto con il mese precedente sia rispetto al giugno 2008. Procedono a doppia velocità i trasporti: diventano più cari i biglietti dei treni (+ 1,4% sul mese precedente e * 6% rispetto a un anno prima) e delle navi; sono in calo quelli degli aerei (- 0,9% su maggio e – 3% su giugno 2008).
Nei primi 4 mesi del 2009 il ricorso alla Cassa integrazione guadagni (Cig) è balzato ai livelli del 1993. Il potere di acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,5% e sono aumentate le spese delle famiglie per pagare gli interessi e per la restituzione del capitale.
A soffrire di più sono i piccoli esercizi: aumentano le vendite nella grande distribuzione (+ 3,1%) e calano per le imprese operanti su piccole superfici (- 3,2%). Confesercenti dichiara: “Di questo passo, dopo le 23.000 chiusure nel commercio al dettaglio nel 2008, il conto a fine 2009 potrebbe essere molto più salato con una perdita di circa 30.000 imprese. Non sono rinviabili intervento a sostegno delle imprese e dei consumatori”.
Aprile 2009: il calo dei consumi pare fermarsi, ma i segnali sono incerti. Per Federconsumatori “le affermazioni tese a infondere facili ottimismi risultano nocive e lontane dalla realtà”. Addirittura l’Ocse rileva consumi in calo del 2,4%, a causa dell’aumento dei disocupati. Si può prevedere una stabilità nel 2010.
Alcuni dati sono sicuramente positivi: a partire da giugno, la spesa annua della famiglia tipo si riduce di circa 5 euro per l’energia elettrica e di 80 per il gas, con un risparmio complessivo di 85 euro all’anno. In giugno i prodotti energetici, pur aumentando del 2,2% rispetto a maggio, sono abbondantemente al di sotto del livello del giugno 2008 (- 11,6%).
Affidiamo il giudizio conclusivo a Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria: “Congiuntura molto negativa: non c’è rischio di crescita dell’inflazione; il rischio vero è che un pezzo del nostro sistema produttivo non ce la faccia a riaprire a settembre”.
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Nel 2009 continua il calo dei consumi: – 1,9% (Secondo i Commercianti la contrazione è dell’1,5%). Nel primo trimestre il calo è del 3,2%, rilevante soprattutto per utensili per la casa e ferramenta (- 7,6%), giochi e sport (- 6,5%), farmaceutica (- 2%), supporti magnetici e strumenti musicali (- 1,9%).
Per il 2010 alcuni studiosi prevedono un aumento: + 0,7%.
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Aprile 2009: secondo Istat, la spesa delle famiglie si riduce: le vendite segnano un – 0,6% rispetto a un anno prima e un – 0,4% rispetto a marzo, sintesi di un aumento del 2,1% delle vendite dei prodotti alimentari e di un calo del 2% di quelle dei non alimentari. Dovendo scegliere gli italiani sacrificano gli acquisti dei prodotti non necessari: gioielli e orologi (- 3,7%), abbigliamento (- 2,4%), scarpe e mobili (- 2,6%), libri (- 2,3%), giochi (- 1,3%).
Per la parte finale del 2009 si prevede una ulteriore contrazione dei consumi alimentari (- 2,3%).
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Giugno 2009: rallenta la corsa degli alimentari, si nel confronto con il mese precedente sia rispetto al giugno 2008. Procedono a doppia velocità i trasporti: diventano più cari i biglietti dei treni (+ 1,4% sul mese precedente e * 6% rispetto a un anno prima) e delle navi; sono in calo quelli degli aerei (- 0,9% su maggio e – 3% su giugno 2008).
Nei primi 4 mesi del 2009 il ricorso alla Cassa integrazione guadagni (Cig) è balzato ai livelli del 1993. Il potere di acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,5% e sono aumentate le spese delle famiglie per pagare gli interessi e per la restituzione del capitale.
A soffrire di più sono i piccoli esercizi: aumentano le vendite nella grande distribuzione (+ 3,1%) e calano per le imprese operanti su piccole superfici (- 3,2%). Confesercenti dichiara: “Di questo passo, dopo le 23.000 chiusure nel commercio al dettaglio nel 2008, il conto a fine 2009 potrebbe essere molto più salato con una perdita di circa 30.000 imprese. Non sono rinviabili intervento a sostegno delle imprese e dei consumatori”.
Aprile 2009: il calo dei consumi pare fermarsi, ma i segnali sono incerti. Per Federconsumatori “le affermazioni tese a infondere facili ottimismi risultano nocive e lontane dalla realtà”. Addirittura l’Ocse rileva consumi in calo del 2,4%, a causa dell’aumento dei disocupati. Si può prevedere una stabilità nel 2010.
Alcuni dati sono sicuramente positivi: a partire da giugno, la spesa annua della famiglia tipo si riduce di circa 5 euro per l’energia elettrica e di 80 per il gas, con un risparmio complessivo di 85 euro all’anno. In giugno i prodotti energetici, pur aumentando del 2,2% rispetto a maggio, sono abbondantemente al di sotto del livello del giugno 2008 (- 11,6%).
Affidiamo il giudizio conclusivo a Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria: “Congiuntura molto negativa: non c’è rischio di crescita dell’inflazione; il rischio vero è che un pezzo del nostro sistema produttivo non ce la faccia a riaprire a settembre”.
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