La risi economica: dramma per milioni di persone e di famiglie o questione psicologica?
Inflazione.
I dati, a prima vista, sono positivi.
Aprile 2009: l’inflazione sale dello 0,2% rispetto a marzo e dell’1,2% rispetto a un anno prima.
Aprile 2009 in Eurozona: l’inflazione è rimasta quasi stabile su base annua: + 0,6%; con una variazione mensile dello 0,1%. C’è chi valuta una media dell’inflazione allo zero. Un anno prima era del 3,3%.
Maggio 2009: i prezzi rallentano la loro corsa e l’inflazione in Italia è dello 0,9%, il livello più basso negli ultimi 41 anni. Per i beni di prima necessità (alimentari, giornali,sigarette, benzina) la frenata è maggiore: allo 0,6%. E’ importante anche il calo dell’energia elettrica (- 1%) e del gas (- 7,7%).
Secondo la Banca Europea, nel 2009, l’inflazione resterà bassa nell’area euro. Ancora per qualche mese i prezzi al consumo non aumenteranno a causa del calo della domanda interna: l’inflazione arriva in luglio-agosto su un valore vicino allo zero. Prima della fine del 2009 però i prezzi torneranno a crescere, seppure a basso ritmo.
Secondo dati ufficiali, causa della frenata dei prezzi nella primavera 2009 è il calo di prodotti energetici e alimentari, tendenza che dovrebbe continuare. Viceversa le associazioni dei consumatori segnalano il continuo aumento dei prezzi finali anche nell’alimentare e nei carburanti, con un aumento dei prezzi che non si spiega: un + 2,4% che, per le famiglie significa + 420 euro all’anno. Le posizioni di Confcommercio e Consumatori sono antitetiche.
Una ricerca Cerm mostra che i prezzi alla produzione diminuiscono e al consumo aumentano. Secondo molti analisti, nei prossimi mesi, complice la probabile impennata dei prezzi energetici e delle materie prime alimentari, la situazione in Europa peggiorerà: si andrà verso aumenti consistenti dei prezzi.
Questi dati sono anche fonte di preoccupazione: l’inflazione stabile si accompagna con il calo della produzione: – 4,9% nel 2009.
Pesa la debolezza dei consumi.
In giugno la novità: balzo del prezzo del petrolio e la benzina verde aumenta del 6,4% rispetto a maggio. Su base annua risalta un – 14,3%, ma la novità è evidente. Il prezzo del gasolio, che rispetto al giugno 2008 crolla del 27,3%, segna + 2,2% rispetto al mese precedente. Nel complesso i prodotti energetici registrano un aumento mensile del 2,2% e un calo annuale dell’11,6%.
Valutando in generale, l’inflazione bassa va bene per chi ha un posto fisso e sicuro o un reddito garantito: può comprare. Ma per chi non ha stabilità l’inflazione bassa è brutto segno: vuol dire che i consumi non ripartono, per cui non si può aspettarsi la ripresa dell’economia.
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Maggio 2009: i prezzi rallentano la loro corsa e l’inflazione in Italia è dello 0,9%, il livello più basso negli ultimi 41 anni. Per i beni di prima necessità (alimentari, giornali,sigarette, benzina) la frenata è maggiore: allo 0,6%. E’ importante anche il calo dell’energia elettrica (- 1%) e del gas (- 7,7%).
Secondo la Banca Europea, nel 2009, l’inflazione resterà bassa nell’area euro. Ancora per qualche mese i prezzi al consumo non aumenteranno a causa del calo della domanda interna: l’inflazione arriva in luglio-agosto su un valore vicino allo zero. Prima della fine del 2009 però i prezzi torneranno a crescere, seppure a basso ritmo.
Secondo dati ufficiali, causa della frenata dei prezzi nella primavera 2009 è il calo di prodotti energetici e alimentari, tendenza che dovrebbe continuare. Viceversa le associazioni dei consumatori segnalano il continuo aumento dei prezzi finali anche nell’alimentare e nei carburanti, con un aumento dei prezzi che non si spiega: un + 2,4% che, per le famiglie significa + 420 euro all’anno. Le posizioni di Confcommercio e Consumatori sono antitetiche.
Una ricerca Cerm mostra che i prezzi alla produzione diminuiscono e al consumo aumentano. Secondo molti analisti, nei prossimi mesi, complice la probabile impennata dei prezzi energetici e delle materie prime alimentari, la situazione in Europa peggiorerà: si andrà verso aumenti consistenti dei prezzi.
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Valutando in generale, l’inflazione bassa va bene per chi ha un posto fisso e sicuro o un reddito garantito: può comprare. Ma per chi non ha stabilità l’inflazione bassa è brutto segno: vuol dire che i consumi non ripartono, per cui non si può aspettarsi la ripresa dell’economia.
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