“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona” (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, n° 3)
Stato di emergenza
Luglio 2008. Un passaggio di 4 righe del ministro Maroni annuncia “l’estensione all’intero territorio nazionale della dichiarazione dello stato di emergenza per il persistente e eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari, al fine di potenziare le attività di contrasto e di gestione del fenomeno”.
L’eccezionale afflusso di immigrati e richiedenti asilo, soprattutto da Somalia e Eritrea, ha reso necessario distribuire con procedure d’urgenza le persone giunte a Lampedusa e sulle coste meridionali in altre realtà nazionali. Sbarcano tanti uomini e donne e le strutture del Sud non bastano. Bisogna allestire e adeguare centri di assistenza, in fretta: “La proroga dello stato di emergenza serve a proseguire l’attività di contrasto agli arrivi dei clandestini e a garantire loro adeguata assistenza”. Il dibattito si infiamma:
*Carlo Giovanardi (PdL): “Condivido la preoccupazione. Sulle norme restrittive in tema di ricongiungimento delle famiglie migranti, è comprensibile e condivisibile che la permanenza della famiglia sia collegata a un posto di lavoro; è inaccettabile che il diritto a vivere con un figlio sia ancorato a criteri di reddito, privilegiando un concetto di “non povertà”. Si penalizzano famiglie di cittadini stranieri con più figli. Abbiamo chiesto di non recepire questa osservazione”.
*Caritas: “Non giova l’innalzamento dei toni e l’allarme sociale. Parlare di emergenza è esagerato”.
*Roberto Cota (Lega): “E’ segnale per far capire che l’immigrazione clandestina non è tollerata”.
*Ignazio La Russa: “Accelera le procedure per la costruzione di nuovi centri di espulsione”.
*Anna Finocchiaro: “Questi annunci gettano fumo negli occhi e alimentano il senso di paura dei cittadini”.
E’ dichiarazione di guerra nei confronti degli extracomunitari clandestini.
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*Carlo Giovanardi (PdL): “Condivido la preoccupazione. Sulle norme restrittive in tema di ricongiungimento delle famiglie migranti, è comprensibile e condivisibile che la permanenza della famiglia sia collegata a un posto di lavoro; è inaccettabile che il diritto a vivere con un figlio sia ancorato a criteri di reddito, privilegiando un concetto di “non povertà”. Si penalizzano famiglie di cittadini stranieri con più figli. Abbiamo chiesto di non recepire questa osservazione”.
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*Ignazio La Russa: “Accelera le procedure per la costruzione di nuovi centri di espulsione”.
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E’ dichiarazione di guerra nei confronti degli extracomunitari clandestini.
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