Verona città cara?
Fine agosto 2008: l’assessore Vittorio Di Dio solleva il problema: i prezzi a Verona spennano le persone e allontanano i turisti.
Pochi giorni dopo: Verona non è città cara. Parola del Comune e dei commercianti, anche contro le rilevazioni dell’osservatorio del Ministero, in un vertice in municipio tra Comune (Tosi e Corsi), Provincia (Pastorello) e Confcommercio (Fernando Morando e Giorgio Sartori). Morando contesta che Verona sia più cara di altre città turistiche e sentenzia che “le polemiche sui giornali fanno male al nostro territorio: ci possono escludere come meta turistica. In una economia di mercato i prezzi sono liberamente determinati così come è libera la scelta del consumatore”. La preoccupazione principale si sposta sulla buona immagine e sul buon nome della città: la promozione è vincente se unitaria e sinergica.
Anche le associazioni dei consumatori dicono no ai toni allarmistici. Davide Cecchinato: “Il costo della vita aumenta; i prezzi per il turista in città sono piuttosto elevati, ma non tanto diversi dalle altre città. Non serve a nessuno aumentare la paura, che può causare una pericolosa contrazione dei consumi. Tutti speculano sul centro storico: meglio prediligere piazze meno conosciute e promuovere iniziative nelle periferie”.
*Ricerca voluta dal Partito Democratico: in sette mesi (dicembre 2007 – luglio 2008), l’aumento dei prezzi sui beni di largo consumo a Verona è stato del 5,6%. Nulla di simile in città vicine.
*Altra ricerca (Cgia di Mestre): dal 2002 le famiglie veronesi hanno raddoppiato il loro indebitamento. Crescono le famiglie che non riescono a pagare il mutuo, della casa prima di tutto, e in seguito al ricorso indiscriminato al credito.
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Fine agosto 2008: l’assessore Vittorio Di Dio solleva il problema: i prezzi a Verona spennano le persone e allontanano i turisti.
Pochi giorni dopo: Verona non è città cara. Parola del Comune e dei commercianti, anche contro le rilevazioni dell’osservatorio del Ministero, in un vertice in municipio tra Comune (Tosi e Corsi), Provincia (Pastorello) e Confcommercio (Fernando Morando e Giorgio Sartori). Morando contesta che Verona sia più cara di altre città turistiche e sentenzia che “le polemiche sui giornali fanno male al nostro territorio: ci possono escludere come meta turistica. In una economia di mercato i prezzi sono liberamente determinati così come è libera la scelta del consumatore”. La preoccupazione principale si sposta sulla buona immagine e sul buon nome della città: la promozione è vincente se unitaria e sinergica.
Anche le associazioni dei consumatori dicono no ai toni allarmistici. Davide Cecchinato: “Il costo della vita aumenta; i prezzi per il turista in città sono piuttosto elevati, ma non tanto diversi dalle altre città. Non serve a nessuno aumentare la paura, che può causare una pericolosa contrazione dei consumi. Tutti speculano sul centro storico: meglio prediligere piazze meno conosciute e promuovere iniziative nelle periferie”.
*Ricerca voluta dal Partito Democratico: in sette mesi (dicembre 2007 – luglio 2008), l’aumento dei prezzi sui beni di largo consumo a Verona è stato del 5,6%. Nulla di simile in città vicine.
*Altra ricerca (Cgia di Mestre): dal 2002 le famiglie veronesi hanno raddoppiato il loro indebitamento. Crescono le famiglie che non riescono a pagare il mutuo, della casa prima di tutto, e in seguito al ricorso indiscriminato al credito.
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