o) Dipendenti comunali. Saltano contratti. 57 o 100 i licenziati ?
Ottobre 2008. Enrico Toffali, assessore al personale, dichiara che l’incidenza dei costi per il personale è troppo alta rispetto agli standard (sono il limite oltre il quale i Comuni potranno andare solo con risorse proprie, cioè con tasse locali) imposti dallo Stato: va ridotta. Brutta notizia per i precari: almeno 57 rischiano il posto di lavoro.
Si chiama in causa il “Decreto Brunetta” (ma c’è da ritenere che la decisione sarebbe stata presa ugualmente, per il bilancio esangue del Comune): non verranno rinnovati i contratti per i lavoratori atipici che abbiano maturato 36 mesi di lavoro in tre anni. Le ripercussioni sono pesanti per queste persone, con carichi familiari. Si creano nuove sacche di povertà e di disagio. I tagli partono dai settori della cultura, della pubblica istruzione e dei servizi socio educativi.
Ma è possibile che non ci si fermi qui: occorre riallinearsi ai tetti di spesa previsti: sono a rischio altri 40 dipendenti circa. Si tratta di persone e di famiglie.
*Come capita spesso sono i più deboli a subire le situazioni drammatiche. I sindacati protestano: nell’ultimo anno sono stati assunti 15 nuovi dirigenti; in totale sono oltre 60. E nessuno li tocca.
Ascoltiamo uno dei precari in licenziamento: “Mi chiedo: ma davvero guadagno così tanto? Guadagno la bellezza di 1.100 euro mensili; il compenso lordo all’anno è di circa 20.000 euro. Nell’ultimo anno la Giunta ha fatto nominare una quindicina di nuovi dirigenti e fatto assegnare 178 posizioni organizzative retribuite. Un dirigente mediamente costa all’ente 70.000 euro all’anno per cui, solo nell’ultimo anno (dimenticando gli altri 50 dirigenti vecchi), sono stati spesi in più circa 1.050.000 euro, ai quali vanno aggiunti il 1.500.000 euro circa per le 178 posizioni organizzative. Cinquanta precari costano al Comune di Verona 1.000.000 di euro circa. Ma i precari hanno solo questo reddito e spesso con questi soldi mantengono una famiglia”.
* Sui costi del personale interviene il direttore generale del Comune Renato Piccoli: pende una scure di 5 milioni. Tra i 245 precari del Comune, i più colpiti sono i 93 dipendenti di agenzie esterne a cui il Comune si affida di volta in volta. Di questi, 57 devono dire addio al posto. Dei restanti, 5 potranno essere confermati al massimo per altri 6 mesi; 31 fino a un anno. Ne resteranno 14 (professionalità indispensabili). Risparmio: 3 milioni. In bilico sono i 62 inservienti con contratto a termine che operano nelle mense scolastiche. Assegnare il servizio a cooperative esterne ridurrebbe i costi di 2 milioni entro il 2009. Tagli si prevedono per 7 professori dei due istituti professionali del Comune. Trasferendo 24 farmacisti a AGEC si recuperano 1.300.000 euro.
* Particolarmente significativa è la dichiarazione di Antonio Lella (A.N.): “Non capisco perché bisogna lasciare a casa così tanta gente, quando potremmo benissimo cominciare ad abbassare alcune indennità e con questi soldi garantire posti di lavoro. Perché tagliare quando il Comune si permette costi esorbitanti per dirigenti e premi di produzione?”. Lella chiede le cifre: quanto costa il personale, quanto i dirigenti, quanto i dipendenti, quanto i premi, quanto le consulenze?
Commento: speriamo che ci sia il coraggio di andare fino in fondo, a partire dai costi della politica.
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Riflessioni: il bilancio del Comune di Verona
o) Dipendenti comunali. Saltano contratti. 57 o 100 i licenziati ?
Ottobre 2008. Enrico Toffali, assessore al personale, dichiara che l’incidenza dei costi per il personale è troppo alta rispetto agli standard (sono il limite oltre il quale i Comuni potranno andare solo con risorse proprie, cioè con tasse locali) imposti dallo Stato: va ridotta. Brutta notizia per i precari: almeno 57 rischiano il posto di lavoro.
Si chiama in causa il “Decreto Brunetta” (ma c’è da ritenere che la decisione sarebbe stata presa ugualmente, per il bilancio esangue del Comune): non verranno rinnovati i contratti per i lavoratori atipici che abbiano maturato 36 mesi di lavoro in tre anni. Le ripercussioni sono pesanti per queste persone, con carichi familiari. Si creano nuove sacche di povertà e di disagio. I tagli partono dai settori della cultura, della pubblica istruzione e dei servizi socio educativi.
Ma è possibile che non ci si fermi qui: occorre riallinearsi ai tetti di spesa previsti: sono a rischio altri 40 dipendenti circa. Si tratta di persone e di famiglie.
*Come capita spesso sono i più deboli a subire le situazioni drammatiche. I sindacati protestano: nell’ultimo anno sono stati assunti 15 nuovi dirigenti; in totale sono oltre 60. E nessuno li tocca.
Ascoltiamo uno dei precari in licenziamento: “Mi chiedo: ma davvero guadagno così tanto? Guadagno la bellezza di 1.100 euro mensili; il compenso lordo all’anno è di circa 20.000 euro. Nell’ultimo anno la Giunta ha fatto nominare una quindicina di nuovi dirigenti e fatto assegnare 178 posizioni organizzative retribuite. Un dirigente mediamente costa all’ente 70.000 euro all’anno per cui, solo nell’ultimo anno (dimenticando gli altri 50 dirigenti vecchi), sono stati spesi in più circa 1.050.000 euro, ai quali vanno aggiunti il 1.500.000 euro circa per le 178 posizioni organizzative. Cinquanta precari costano al Comune di Verona 1.000.000 di euro circa. Ma i precari hanno solo questo reddito e spesso con questi soldi mantengono una famiglia”.
* Sui costi del personale interviene il direttore generale del Comune Renato Piccoli: pende una scure di 5 milioni. Tra i 245 precari del Comune, i più colpiti sono i 93 dipendenti di agenzie esterne a cui il Comune si affida di volta in volta. Di questi, 57 devono dire addio al posto. Dei restanti, 5 potranno essere confermati al massimo per altri 6 mesi; 31 fino a un anno. Ne resteranno 14 (professionalità indispensabili). Risparmio: 3 milioni. In bilico sono i 62 inservienti con contratto a termine che operano nelle mense scolastiche. Assegnare il servizio a cooperative esterne ridurrebbe i costi di 2 milioni entro il 2009. Tagli si prevedono per 7 professori dei due istituti professionali del Comune. Trasferendo 24 farmacisti a AGEC si recuperano 1.300.000 euro.
* Particolarmente significativa è la dichiarazione di Antonio Lella (A.N.): “Non capisco perché bisogna lasciare a casa così tanta gente, quando potremmo benissimo cominciare ad abbassare alcune indennità e con questi soldi garantire posti di lavoro. Perché tagliare quando il Comune si permette costi esorbitanti per dirigenti e premi di produzione?”. Lella chiede le cifre: quanto costa il personale, quanto i dirigenti, quanto i dipendenti, quanto i premi, quanto le consulenze?
Commento: speriamo che ci sia il coraggio di andare fino in fondo, a partire dai costi della politica.
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