Da quando sono in politica la questione consulenze è sempre stata occasione di lotta tra partiti e tra maggioranza e minoranza. Di che si tratta? Chi amministra decide di affidare progettazioni, lavori, ruoli, ricerche e studi, la difesa di decisioni prese, … a persone esterne al Comune, anche in settori e iniziative per le quali operano dirigenti e dipendenti comunali di provata capacità. Chi è all’opposizione critica duramente queste decisioni, considerate clientelismo e aiuto ad amici, a esponenti politici, a gente ‘fidata’. Poi, quando l’opposizione diventa maggioranza, fa altrettanto.
E’ problema che parte da lontano, che ha contribuito alla Tangentopoli degli anni novanta e che la Corte dei Conti denuncia presente nell’Italia di oggi.
Abbiamo letto con soddisfazione nel programma elettorale del candidato sindaco Tosi che “deve essere ridotta drasticamente la voce ‘consulenze’, spesso copertura di clientele, impegnando al meglio le numerose risorse interne”.
Passano sette mesi: la Giunta Tosi delibera compatta la possibilità di assumere un maggior numero di dirigenti esterni: da 7 a 13 (teniamo presente che i dirigenti in pianta organica sono 62). Il costo per ognuno è di 73.000 euro all’anno. Diventa così possibile affidare incarichi delicati a persone fidate. L’assessore Sandri afferma che si tratta di una possibilità cui si potrà far ricorso in caso di necessità e che figure professionali esterne arricchiscono la dirigenza interna.

Cresce la casta Tosi & C.
Tito Brunelli