
Dalla Giunta comunale, in pochi mesi:
– il Comune di Verona si ritira dal collegamento degli Enti locali per la pace;
– il Comune di Verona non partecipa, con il suo gonfalone, alla marcia della pace Perugia-Assisi;
– il Comune di Verona lascia morire “Municipio dei popoli”;
– il Comune di Verona non concede il patrocinio alla tradizionale “Mostra del cinema africano”;
– il Comune di Verona abolisce il premio “Enzo Melegari”, da assegnare a veronesi che si sono distinti nel campo dei diritti umani e della pace. I premiati sono stati Chiara Castellani (medico in Congo), don Luigi Adami (ecumenismo) e mons. Giancarlo Bregantini (vescovo di Locri);
– il Comune di Verona non dà il patrocinio all’assemblea nazionale dei movimenti per la pace, svoltosi nella nostra città nell’ottobre-novembre scorsi;
– il Comune di Verona lascia morire la “Consulta comunale degli immigrati” da pochi mesi costituita allo scopo di aprire un dialogo costante tra città, amministrazione comunale e immigrati;
-il Consiglio comunale approva che un contributo economico per i bambini nati vada solo ai bimbi italiani: la discriminazione parte dalla nascita: i bimbi nati a Verona non sono uguali;
– si inaspriscono i rapporti con il gruppo giovanile “La Chimica” dopo il doveroso sgombero della scuola “Perini” in Borgo Venezia. L’Amministrazione non vuole nessun dialogo: sceglie la mano forte e preclude ogni tentativo di approccio.
Motivazioni:
– “Sono iniziative della precedente Amministrazione. Non condividiamo”
– “Ci sparano addosso”
– Va preferito l’incontro con singoli rappresentanti e con singole comunità di immigrati, accantonando il confronto istituzionale con la Consulta degli immigrati, come sempre hanno fatto e fanno gli imperi (“divide et impera”) e le dittature;
– il sindaco Tosi rivendica la facoltà dell’Amministrazione di attribuire “benefici aggiuntivi’ a certe categorie in modo discrezionale. Dice:”Nelle graduatorie per gli asili nido, nei contributi sull’affitto, per quanto riguarda l’assegnazione delle case AGEC, nei contributi per le bollette, quelli pesantemente discriminati finora sono stati gli italiani”. Proviamo a verificare?
Chiedo: il Sindaco è sindaco di una parte dei cittadini o è il sindaco di tutti e, perciò, come un padre di famiglia, pur non condividendo o condividendo in parte, accompagna e segue anche progetti e iniziative di concittadini che non la pensano come lui? Altrimenti spacca la città. E chi vive regolarmente in città ha gli stessi doveri e diritti di tutti o no? E chi è irregolare e ha bisogno dell’essenziale è persona umana o no?
Tito Brunelli