E’ uno dei principi base della Dottrina sociale della Chiesa, a cui molti tra noi si riferiscono. Per “Progetto Verona” è sempre stato elemento fondante delle scelte politiche e amministrative: affrontando e risolvendo i problemi di chi è ai margini e di chi ha più bisogno si creano pace sociale e perciò benessere per tutti.
Nasce subito la domanda: chi sono gli “ultimi”?
Apparentemente la risposta è facile. Sono:
- i bambini, anche quelli non ancora nati, ma che già sappiamo parte della nostra umanità;
- molti adolescenti e giovani, specie se “non accompagnati” (= soli);
- gli anziani, in particolare quelli non autosufficienti e soli;
- i malati, soprattutto quelli gravi e bisognosi di aiuto continuo;
- i malati di mente;
- i disabili;
- chi è senza lavoro;
- i senza casa;
- i carcerati e chi esce dal carcere;
- …..
- In sintesi: chi non ce la fa da solo e ha bisogno degli altri.
In questi nostri anni la questione si complica: con l’arrivo massiccio di immigrati, la società italiana è andata in crisi.
Nascono le domande. Ne proponiamo alcune:
- Se un immigrato o più immigrati rientrano nelle categorie sopra elencate hanno gli stessi diritti (e doveri) degli italiani e alle stesse condizioni, o no? Un solo esempio, tra i molti possibili: se due famiglie nelle stesse condizioni di bisogno, una di italiani e l’altra di immigrati, chiedono una casa ‘pubblica’, vanno trattate allo stesso modo o c’è un diritto di precedenza per quella italiana? E se la famiglia di immigrati è palesemente in una condizione peggiore di quella di italiani, anche con la presenza di bambini piccoli, permane la precedenza della famiglia di italiani?
- Ulteriore complicazione: gli immigrati irregolari, i clandestini, magari in condizioni di disagio grave, hanno i loro diritti (ad esempio un posto letto) in quanto persone umane, membri della nostra grande famiglia umana o vanno esclusi da ogni aiuto pubblico?
L’attuale Amministrazione, con il Sindaco in primo piano, sostiene che se si offrono i servizi base (sanità, posto letto, …) ad esempio a clandestini che non hanno casa o con problemi di salute, arriveranno a Verona sempre più disagiati. Meglio perciò eliminare o ridurre gli aiuti, in modo che queste persone (o bestie) e gli ‘sbandati’ vadano altrove.
Ne vanno di mezzo i fondamenti della nostra civiltà.
Apriamo un dibattito, non solo a livello di principi, ma di scelte politiche e amministrative, riferite sia agli “ultimi” tradizionali sia agli immigrati “sbandati”.
Dite la vostra.
LE DOMANDE CHE PONETE SONO REALMENTE IMPORTANTI, E FORSE MI SORGE UN’ALTRO DUBBIO.
sIAMO ANCORA CAPACI DI SOSTENERE CHI NON C’è LA FA IN UNA SOCIETà COSì FRENETICA?
gRAZIE
gIACOMO